I progetti e l’intensità di lavoro

In questo periodo mi trovo in una situazione lavorativa particolarmente intensa e la corsa diventa uno dei pochi momenti in cui riesco a mettere un po’ di ordine, soprattutto mentale, alle mille cose che devo inseguire. Naturalmente le mie riflessioni di questo periodo vanno al tema dell’intensità di lavoro nei progetti e di come sia necessario dare una direzione a questa intensità, perché non diventi tutto un inseguire vanamente le emergenze in modo disordinato.

1480963_mIn queste situazioni ci si rende conto una volta di più di come sia importante, per dirla con una illuminante metafora calcistica, evitare di correre come i forsennati dietro alla palla, ma cercare di mantenere la posizione e fare correre la palla al posto nostro. Se vogliamo è un concetto ovvio e banale, anche se in realtà è una di quelle cose che  sono più difficili di quanto possa sembrare da mettere in pratica.

La verità è che il lavoro in intensità è una di quelle cose che occorre allenare, bisogna imparare a tenere la propria posizione sul campo anche sotto pressione, esercitando e mandando a memoria gli schemi di gioco. Fuor di metafora, è importante esercitare le procedure organizzative e mandare a memoria gli schemi di interazione tra gli attori di progetto quando la pressione è bassa, in modo tale da trovarsi con dei meccanismi organizzativi collaudati nel momento della maggior pressione. Solo così facendo ci si può aspettare che ciascuno tenga la posizione e sia in grado di dare il proprio contributo migliore a supporto del team e del progetto affinché il team sia coeso nel momento più difficile. E solo così è possibile, per mutuare un altro concetto sportivo, anche praticare il ‘recupero attivo’ altro elemento fondamentale per riprendere fiato quando si è sotto pressione, favorire il riequilibrio energetico e garantire la tenuta del team alla distanza.

2 commenti su “I progetti e l’intensità di lavoro”

  1. sotto pressione gli schemi saltano, nello sport e nel lavoro. Magari è scontato in qualche modo ma trovo che sia un’ottima metafora su cui vale sempre la pena riflettere. Da un lato allenarsi a questo nello sport è più facile, nel lavoro molto meno. Vuoi perché, soprattutto nelle pmi, i processi (gli schemi) sono meno strutturati vuoi perché il livello di motivazione è differente.
    In ogni modo è proprio quando la pressione è bassa che ci si deve allenare di più, esattamente come dici tu.
    Per riportare la metafora nel lavoro: anche se non vi è nulla di determinante da discutere, la riunione periodica non deve saltare, altrimenti passerà il messaggio che la riunione non è importante e a maggior ragione salterà quando c’è pressione.
    E’ un concetto che cerco di far passare, qualche volta con successo, sia durante le consulenze che in formazione. Io, comunque, persevero 🙂
    Sempre un piacere leggerti.
    A presto,
    Walter

    1. Ciao Walter, ho pensato a questo tuo appunto sulla ‘riunione periodica’ varie volte durante i mesi scorsi nei quali la pressione è stata tanta (sto seguendo in prima persona una situazione operativa) e ho proprio percepito in maniera esatta il punto fatto da te circa la riunione periodica.
      Che apre il capitolo relativo a ‘urgenze’ e ‘priorità’: quanta confusione in merito! La chiarezza di idee sulle priorità (casa rara) è quella che non dovrebbe far saltare la riunione periodica nemmeno sotto pressione perché è appunto prioritaria. Ma che fatica farlo passare in consulenza, formazione e soprattutto ai collaboratori nelle situazioni operative… 🙂

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